Ameonna
°°°webmistress°°°
Città: Valle-S.Pietro di Cadore
4040 Messaggi |
Inserito il - 11 set 2009 : 23:20:06
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ma che è successo??? come mai???
ok, ho letto su facebook. che sfiga... che oltretutto stamattina non ero in turno, se no provavo a farti imboscare |
"Se pensi di essere troppo piccolo per fare la differenza, prova a dormire con una zanzara." Tenzin Gyatso |
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paolone_fr
Yokai
Città: Brianza del Sud
3534 Messaggi |
Inserito il - 21 set 2009 : 14:40:49
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visti alla rassegna milanese:
LEBANON, Samuel Maoz
1982, prima guerra del libano. primo giorno al fronte per 4 carristi e il loro mezzo, affidati a una missione a prima vista facile, che si rivelerà una trappola di sangue. girato all'interno di un carrarmato (das boot?), con apertura sul mondo esterno fatta solo di un mirino, il film è ben girato anche se scritto pare un po' meno solidamente. porta un punto di vista forte e interessante, nelle premesse, e la ricostruzione - seppur sommaria e parziale - del conflitto (l'intervento siriano, la falange maronita, ...) di un lato della vicenda. da parte israeliana, è dunque ancora presto per aspettarsi anche un parziale mea culpa (lo stesso walzer con bashir l'aveva sublimato nella poesia della rimozione, pur cercando di morder(si) la coda), e va bene anche così. il cinema è cinema. questo è cinema che coinvolge, respira e fa pensare. buon cinema davvero. anche se le qualità di un leone d'oro a me almeno non le ha mostrate.
CELDA 211, Daniel Monzón
storia della ribellione dei detenuti in un carcere spagnolo, con incroci con l'eta, i media, il sistema carcerario duro spagnolo, la violenza della polizia, la vita di galera e i suoi intrighi di potere, tutto visto con gli occhi di una guardia carceraria che, nuova sul posto di lavoro, rimane dalla parte sbagliata della barricata quando la rivolta comincia. grandissimo film: intenso, vissuto, politico, romantico, vero.
HONEYMOONS, Goran Paskaljevic
due storie di fuga, o di volgia di fuggire: una in albania, l'altra in serbia. in mezzo, il matrimonio, l'amore, il sogno dell'europa, la durezza della realtà, il cambiamento dei balcani e quello che nei balcani rimane sempre uguale (la chiave di volta, tra serbia e albania, e proprio il kosovo. la mano di paskaljevic è sempre ferma, l'occhio pietoso ma onesto, la capacità di ridere amaro e di spaventare intatta da la polveriera. peccato solo per il digitale di bassissima qualità. un film da pensare.
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He remembers those vanished years, as though looking through a dusty window pane. The past is something he could see, but not touch; And everything he sees is blurred and indistinct. |
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