Tutti i Forum  Asian Feast - Il Forum di Cinema Asiatico  HK: I Cercatori d'Oro  [HK] A Better Tomorrow III (1989), di Tsui Hark

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Senza aspettative, legami con altri film senza vederlo come un 'tre' ma al massimo come un 'uno'. Peccato che la storia non funziona così ma ponendolo in modo retroattivo John Woo dovrebbe ringraziare Tsui per quanto il personaggio di Mark Gor è profondo. Da Woo era un duro bullo con codice d'onore. Ottimo, massimo rispetto a Woo e a tutti i propri meriti (che non smetterò mai di ammettere). Ma Mark Gor è anche molto altro e tutto il proprio apparato caratteriale arriva da qua e chi non ha visto il film non lo può capire. Mark Gor ha un background profondissimo. E anche gli occhiali, per Woo quasi un simbolo cool sappiamo alla fine che non sono affatto quello. Sono un filtro. Tra lui e il mondo. A cosa servono? Lo mostra Chow dopo aver lasciato Anita distesa a terra in seguito ad uno schiaffo e sono sicuro che se una dissolvenza in nero non avesse chiuso il film Mark li avrebbe indossati dopo pochissimi secondi. Il suo sguardo nella penultima inquadratura dona poi agli occhiali un secondo significato, essi divengono barriera, un rasoio per separarsi dagli uomini e dalla storia. E la storia? Il contesto? Che classe, se Tsui se ne fotte di mettere in scena coreografie in crescendo (come nei primi due) anzi lo fa ma in modo sbadato e decisamente imperfetto, è altrove l'interesse. No, non è un capolavoro dell'action questo film (e ormai l'avevano capito tutti, vabbè) ma del melò. E' un melò, il resto è puro contesto. E che paradosso. La sceneggiatura unita alla classe. Non è perfetta, ma chi se ne frega? Ben vengano i film imperfetti. Ormai la storia è chiara. Perfezione non equivale a capolavoro. E può un film imperfetto essere un capolavoro? Si, e questo film ne è la prova lancinante. Ma quando la sceneggiatura ingrana ci regala dei momenti di cinema di una finezza unica da scrivere col sangue (e con cosa altrimenti) sui libri (tutti, pure quelli di cucina). Ci sono tre inquadrature ad inizio film che introducono i personaggi in maniera simbolica situandoli nelle posizioni spaziali; in un attimo ci racconta tutto il film e i rapporti tra Mark e Kit. La macchina è fissa su Chow (lo spettatore è fisso su di lui, l'eroe dei primi due, non conosce ancora Anita). Lei fuori fuoco da dietro avanza e supera Chow e il fuoco segue ora lei. Un inquadratura, un film. Ma non basta. Tsui li unisce subito e li mette in relazione all'interno di una cornice fisica che è il finestrino del bus. Rivelato anche il loro rapporto successivo. E di nuovo, inversione di prospettiva. Stavolta la macchina segue lei (quindi di colpo è divenuta protagonista ossia punto focale dell'attenzione dello spettatore), arriva di fianco a lui. Si guardano. Lui sta per parlarle (vorrebbe dirle qualcosa. Vorrebbe dirle molte cose che non è mai riuscito a dirle, ma lei se ne va, prima che i due possano parlare). Tre inquadrature riassumono un'ora e quaranta di film. E che finezza e che classe. Woo non l'ha mai avuta e non ha mai girato così. La sequenza nel mercato con seguito di allenamento(con la canzone di Anita) è una delle più belle e intense sequenze mai realizzate. Infine il contesto storico. Nemmeno sul capolavoro di Woo, Bullet in the Head era così importante. Ci si esalta per il contesto ciofeca post 11 settembre che appare timido per metà della 25sima Ora di Spike Lee e tutti tacciono su quello che accade qua? Tsui reitera e ci tiene a sottolinearlo. La storia annichilisce e infierisce sui nostri eroi, non se ne sta lì ferma, nè si blocca a contemplare i gesti eroici degli amanti in battaglia. No, la storia continua (sempre la sequenza del mercato o tutto il finale) la gente continua a fare spesa, morire, sparare, correre, manifestare, un fuori campo largo una nazione e più e poi spietato va a bloccare col suo corso gli eventi. Tsui ci presenta i nostri eroi e poi li rende persone banali, comparse nei confronti della storia e i loro conflitti e passioni si dissolvono di fronte a eventi più grandi. Finale come già è stato fatto notare magistrale e relativo pianto a dirotto per la 25sima volta, più copioso del litro di tè subito prima ingerito. Ma questo film è un capolavoro, mi gela il sangue fin dall'inizio, crepuscolare all'inverosimile, intensissino, Tsui dirige e crea della composizioni delle inquadrature (quando vuole) che fanno bene al cuore. Visto il film prendo istantaneamente coscienza di due cose. Una di come amo il cinema e di quanto può farti bene un film, farti piangere, emozionare commuovere; il potere del cinema (teorizzato anche da Daisuke Yamanouchi nell'intervista). Due che con tutto quello che esiste e accade al mondo sono un'idiota a farmi coinvolgere e a commuovermi per una storia inventata e costruita da un pò di gente vista dentro un cubo di plastica. Proprio come il film, prima è immenso e poi scompare di fronte alla storia. Scusate il fiume, ma per telefonare a qualcuno era tardi e allora ho gettato degli sfoghi da entusiasmo qua sul forum. Scusate pure grammatica e roba del genere. [/quote]    Allega file   Clicca qui per inserire la tua firma nel messaggio. Clicca qui per sottoscrivere questa Discussione.