V I S U A L I Z Z A D I S C U S S I O N E |
Will Dearborn |
Inserito il - 08 set 2008 : 10:54:48 La New Wave di inizio anni '80, evidentemente, era anche questo: crudo realismo, attenzione per la messa in scena che supera quella per la narrazione, un gusto per la composizione dell'inquadratura di matrice europea più che hongkonghese. Patrick Tam punta ad essere "autore", appunto, nel senso europeo del termine (essendo questo solo il suo terzo film che vedo, non so quanto sia rimasto poi fedele a questa vocazione), anticipando in questo il cinema di quello che sarà il suo allievo, Wong Kar-Wai. Simili sono i temi, personaggi borderline che si confrontano con l'amore e la (mancanza di) memoria, simile l'aspetto visivo dei suoi film, di una cura al limite dell'estetizzante, simile lo sguardo insieme dolce e disincantato. Il film vuole gettare uno sguardo sull'universo giovanile della Hong Kong di inizio anni '80, tra amori persi e trovati per caso, famiglie lontane, e un sotterraneo senso di disagio, una sfiducia nel futuro appena avvertibile ma sempre presente. Personaggi appena tratteggiati, quasi dei bozzetti impressionisti, per cui tuttavia non si può non provare una gran tenerezza, nella loro continua, e in partenza perdente, ricerca dell'amore. Sequenze notturne di gran suggestione, una città troppo piccola per questi "fallen angels" ante litteram che tuttavia, fuori, non troveranno la libertà ma la tragedia. Il film funziona meglio dal lato visivo che narrativo, la sceneggiatura a tratti traballa, certi snodi sono troppo affrettati o non chiarissimi, forse per la necessità di rientrare nell'ora e mezza canonica (ma mi pare di aver letto che Tam fu costretto ad accorciarlo sensibilmente). La parte noir finale sembra appiccicata in modo posticcio e un po' gratuito. Tuttavia, la sugggestione della regia supplisce in gran parte ai limiti dello script, e l'impronta visiva, personale e onnipresente, basta da sola a "fare" la narrazione. Ottimi interpreti, da un Leslie Cheung giovanissimo ma già magnetico alle brave Cecilia Yip e Pat Ha. Eclettico e suggestivo l'uso delle musiche, altra caratteristica che Wong Kar-Wai saprà poi ben riprendere nelle sue opere più conosciute. |
3 U L T I M E R I S P O S T E (in alto le più recenti) |
Chaoszilla |
Inserito il - 08 set 2008 : 15:35:47 | Will Dearborn ha scritto:
| Chaoszilla ha scritto:
Poi vabbè, il film ha avuto tanti problemi e rimonaggi, al FEf hanno mandato una versione alternativa con grande roba in più e in meno, molto molto bella.
|
Ecco, quella mi interesserebbe. Sai mica se ne è prevista un'uscita in DVD? La vecchia edizione mi pare sia fuori catalogo da tempo.
|
No, credo proprio di no. Ma lungi da essere una versione definitiva. Aveva roba in più, è vero, ma anche in meno. |
Will Dearborn |
Inserito il - 08 set 2008 : 15:31:29 | Chaoszilla ha scritto:
Poi vabbè, il film ha avuto tanti problemi e rimonaggi, al FEf hanno mandato una versione alternativa con grande roba in più e in meno, molto molto bella.
|
Ecco, quella mi interesserebbe. Sai mica se ne è prevista un'uscita in DVD? La vecchia edizione mi pare sia fuori catalogo da tempo. |
Chaoszilla |
Inserito il - 08 set 2008 : 12:24:54 | Messaggio di Will Dearborn
La New Wave di inizio anni '80, evidentemente, era anche questo: crudo realismo, attenzione per la messa in scena che supera quella per la narrazione, un gusto per la composizione dell'inquadratura di matrice europea più che hongkonghese. Patrick Tam punta ad essere "autore", appunto, nel senso europeo del termine (essendo questo solo il suo terzo film che vedo, non so quanto sia rimasto poi fedele a questa vocazione), anticipando in questo il cinema di quello che sarà il suo allievo, Wong Kar-Wai. Simili sono i temi, personaggi borderline che si confrontano con l'amore e la (mancanza di) memoria, simile l'aspetto visivo dei suoi film, di una cura al limite dell'estetizzante, simile lo sguardo insieme dolce e disincantato. Il film vuole gettare uno sguardo sull'universo giovanile della Hong Kong di inizio anni '80, tra amori persi e trovati per caso, famiglie lontane, e un sotterraneo senso di disagio, una sfiducia nel futuro appena avvertibile ma sempre presente. Personaggi appena tratteggiati, quasi dei bozzetti impressionisti, per cui tuttavia non si può non provare una gran tenerezza, nella loro continua, e in partenza perdente, ricerca dell'amore. Sequenze notturne di gran suggestione, una città troppo piccola per questi "fallen angels" ante litteram che tuttavia, fuori, non troveranno la libertà ma la tragedia. Il film funziona meglio dal lato visivo che narrativo, la sceneggiatura a tratti traballa, certi snodi sono troppo affrettati o non chiarissimi, forse per la necessità di rientrare nell'ora e mezza canonica (ma mi pare di aver letto che Tam fu costretto ad accorciarlo sensibilmente). La parte noir finale sembra appiccicata in modo posticcio e un po' gratuito. Tuttavia, la sugggestione della regia supplisce in gran parte ai limiti dello script, e l'impronta visiva, personale e onnipresente, basta da sola a "fare" la narrazione. Ottimi interpreti, da un Leslie Cheung giovanissimo ma già magnetico alle brave Cecilia Yip e Pat Ha. Eclettico e suggestivo l'uso delle musiche, altra caratteristica che Wong Kar-Wai saprà poi ben riprendere nelle sue opere più conosciute.
|
Io amo molto la sceneeggiatura di Eddie Fong Ling Ching, un altro di quei nomi che non caga nessuno e senza esagerare si muove a livelli quasi dello stesso Tam. Poi vabbè, il film ha avuto tanti problemi e rimonaggi, al FEf hanno mandato una versione alternativa con grande roba in più e in meno, molto molto bella. |
|
|