Asian Feast - Il Forum di Cinema e Cultura Asiatica - RaiSat Cinema e il Far East Film Festival!

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kakihara
Curatore




3454 Messaggi

Inserito il - 01 apr 2008 : 14:40:41  Mostra Profilo  Invia Email  Visita l'Homepage di kakihara Invia a kakihara un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Direttamente dal blog, per chi non può venire a udine (tra l'altro ci sono delle vere chicche)


Su RaiSat Cinema ad Aprile, in contemporanea con il Far East, tre serate speciali di film prodotti in Estremo Oriente aperte da tre speciali sul Festival, girati per l’occasione. A partire da sabato 12.

Il palinsesto completo:

- Sabato 12 Aprile, ore 22.50 The Mission (Johnnie To, 1999), ore 00.40 Detective Bureau 2-3: Go to Hell Bastards (Seijun Suzuki, 1963), ore 02.15 Il vagabondo di Kanto (Seijun Suzuki, 1963), ore 03.55 La tomba dell’onore (Kinji Fukasaku, 1975).

- Sabato 19 Aprile, ore 22.35 PTU (Johnnie To, 2003), ore 00.35 La storia di Zatoichi (Kenji Misumi, 1962), ore 02.20 Combatti, Zatoichi, combatti! (Kenji Misumi, 1964), ore 04.00 Zatoichi il benefattore (Kenji Misumi, 1968).

- Sabato 26 Aprile, ore 22.50 Election (Johnnie To, 2005), ore 01.10 Visitor Q (Takashi Miike, 2001), ore 02.40 All About Lily Chou-Chou (Shunji Iwai, 2001).

http://www.fareastfilmtheblog.com/news-far-east-film-festival/raisat-cinema-e-il-far-east-film-festival-20080330.html/langswitch_lang/it#more-19


BUMBA ATOMIKA ... A FUCKIN' BEVERO'

Chaoszilla
Amministratore


Città: The Magic Mountain of Zu


18331 Messaggi

Inserito il - 08 apr 2008 : 22:15:43  Mostra Profilo  Invia Email  Visita l'Homepage di Chaoszilla Invia a Chaoszilla un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
FAR EAST 2008 “Quando l’Occidente ha scoperto il cinema orientale si è aperto un animato dibattito che divideva i sostenitori di Akira Kurosawa e i sostenitori di Yasujiro Ozu e Kenji Mizoguchi. I film di Kurosawa, che avevano echi di John Ford, Vittorio De Sica e Luigi Pirandello, apparivano ai più intransigenti come un riverbero di una cultura compromessa con il gusto occidentale. Al contrario Ozu, con il suo rigore, rappresentava un cinema radicalmente altro dal nostro. Ma ai tempi la faccenda era ancora riservata a un manipolo di studiosi e appassionati, frequentatori di festival e cineclub-catacombe. Poi, con qualche eccezione, il cinema orientale si inabissa di nuovo e torna ad essere, ancora una volta, un oggetto sconosciuto per gli spettatori occidentali. Il grande ritorno sulla scena internazionale avviene a partire dai primi anni ’90 con un gruppo di nuovi autori, da Zhang Yimou a Hou Hsiao-hsien a Takeshi Kitano. La crisi di ispirazione delle cinematografie occidentali apre la strada alla scoperta di una generazione ancor piu’ giovane, formatasi sulla televisione, sui film di genere, sul rock e pop, sulle nouvelle vague, pronta ad aggiornare il cinema orientale con uno stile complesso, moderno e sofisticato. Si chiamano, ad esempio, Wong Kar-wai e Kim Ki-duk. Ma, accanto agli autori che si affermano raccogliendo premi a tutti i maggiori festival del mondo, c’è un cinema popolare che, annunciato da videocassette e poi dvd, ha prodotto una piccola rivoluzione all’interno dei rigidi codici del cinema di genere. Tsui Hark e John Woo influenzano con il loro stile barocco e immaginifico il cinema fantastico e l’action lasciando un forte segno praticamente in ogni film d’azione americano. Nella visione orientale si dissolvono i confini tra i generi, ottusamente presidiati dagli executives di Hollywood, e si torna a un senso di rinnovata meraviglia: lo spettatore impara che tutto puo’ succedere in un film orientale e si dispone a rivivere l’emozione della sua prima volta al cinema. Hollywood fagocita quasi subito le nuove tendenze cosi’ come fara’, qualche anno piu’ tardi, con i nuovi horror “tecnologici” giapponesi. Eppure, anche se assoldano alcuni dei maggiori registi orientali, gli americani non riescono ad attingere alla radicalita’ degli originali e annacquano in un’adesione di superficie la dirompente forza dei modelli. Intanto anche il cinema orientale, celebrato e riverito, tende a diventare manierato e ripetitivo. E’ un rischio a cui il Far East ha risposto e risponde ogni anno presentando, accanto agli ormai consolidati amici del festival, una carrellata di nuovi titoli e nuovi registi che testimoniano di un cinema popolare che e’ ancora capace di reinventarsi, di giocare, di stupire. Il viaggio ricomincia”. Carlo Freccero, presidente RaiSat


Cinema d’Oriente: Far East 2008, e’ il titolo del programma di approfondimento dedicato al Far East Film Festival, in onda dopo il film di seconda serata il 12, il 19 e il 26 aprile, su RaiSat Cinema. Rassegna film per il Far East Film Festival 2008 Sabato 12, 19 e 26 aprile, in seconda serata, spazio all’action movie di Hong Kong, con due recenti titoli firmati dallo specialista Johnny To: The Mission (1999), PTU (2003) e Election (2005). Nel cinema di To, lo scontro tra poliziotti e boss delle ‘triadi’ si consuma tra attese angosciose e improvvise esplosioni di violenza, senza dimenticare i temi del cinema gangster classico, hollywoodiano ed europeo, come la fatalità e l’amicizia virile. I film saranno seguiti da uno spazio sull’attualità dal titolo Cinema d’Oriente: Far East 2008: aspettando la manifestazione (sabato 12), commentando i film del programma (sabato 19) e i premi assegnati (sabato 26). Ancora a seguire, tre maratone notturne, dedicate a differenti filoni del cinema giapponese. Sabato 12 l’appuntamento è con lo yakuza eiga, il racconto gangster: due inediti dell’indiscusso maestro del genere Seijun Suzuki, entrambi del 1963 (Detective Bureau e Il vagabondo di Kanto), e un film di Kinji Fukasaku (La tomba dell’onore, del 1975), per conoscere un cinema in cui i motivi letterari del Giappone feudale – su tutti, il disonore del ronin, il samurai rimasto senza un signore per cui combattere – si mescolano a violenti sfondi urbani contemporanei. Tradizione e modernità convivono anche nel personaggio di Zatoichi, vagabondo cieco, esperto dell’arte del massaggio e della spada, incallito giocatore d’azzardo, ma sempre pronto ad aiutare gli indifesi. Creato dallo scrittore contemporaneo Kan Shimozawa, tra il 1962 e il 1973 il personaggio è protagonista di una serie, di grande successo, di ben venticinque film, recentemente proseguita dal regista Takeshi Kitano. Nella notte del 19 aprile sarà proposto il primo film della saga, La storia di Zatoichi, seguito da Combatti, Zatoichi, combatti! (1964) e Zatoichi, il benefattore (1968), tutti e tre diretti da Kenji Misumi. Sabato 26 aprile il cinema popolare racconta il Giappone del presente. Il legame familiare e la vita dei giovani sono dipinti a sconcertanti tinte fosche dallo specialista dell’horror Takashi Miike, nel suo enigmatico Visitor Q (2001). All about Lily Chou-Chou (2001), di Shunji Iwai, racconta gli adolescenti dalla prospettiva del più importante fenomeno pop del XXI secolo: internet.

CZ:
"Non è una buona ragione per vendere gas agli alieni!!!"


"La Viennetta è un piatto che va servito freddo!"
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