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mercoledì 17 dicembre 2008

North Korean Cinema - Firenze

Molto bella questa iniziativa, ricevo e pubblico:
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North Korean Cinema
Percorso non ideologico attraverso il cinema nord coreano

17 - 18 Dicembre 2007
Cinema Odeon
Firenze

Organizzazione : Associazione Toscana – Korea
Direzione Artistica : Riccardo Gelli
Presentazione critica : Paolo Bertolin, programmatore della Biennale del Cinema di Venezia

Questa rassegna si propone come una panoramica conoscitiva e rappresentativa sulla cinematografia della Repubblica Democratica Popolare di Corea (Corea del Nord). Le pellicole selezionate cercano di offrire un ventaglio storico e tematico che documenta nel modo più variegato e comprensivo le principali tendenze della tradizione filmica nordcoreana. Nel dettaglio, la selezione propone una ricognizione sulle tematiche ricorrenti di una produzione inevitabilmente politicizzata e ideologica che richiede una precisa contestualizzazione critico-storica al fine di non incorrere in facili abbagli sia di pregiudizio estetico, sia di manipolazione propagandistica.


1) Flower Girl (Kotpanun chonio)
Regia: Park Hak e Choi Ik-gyu
Durata : 1’ 27”
Corea del Nord : 1972

Questo film è un grande classico del cinema coreano del Nord. Narra la storia di una famiglia di servitori sfruttati da coreani ricchi sotto l’occupazione giapponese (all’inizio del secolo). La piccola fioraia finirà per ribellarsi contro tanta oppressione e si unirà alla resistenza coreana che lotta sia contro l’aristocrazia che contro i militari nipponici. Questo film storico, del 1972, è un adattamento di un’opera teatrale degli anni 30. Ha riscosso molto successo nei festival dei paesi socialisti durante gli anni 70.

Il regista Choi Ik-gyu è stato un punto di riferimento per il cinema nord-coreano degli anni 70, grazie soprattutto ad uno dei suoi film più celebri : Sea of Blood (Pibada, 1969)


2) La storia di Chun-hyang (Chunhyangjeon)
Regia : Yu Won-jun e Yun Ryong-gyu
Durata : 1° Episodio 1’10” , 2° Episodio 1’18”
Corea del Nord: 1980

La storia di Chun-hyang è un racconto tradizionale molto antico più volte adattato per il cinema in Corea. Una ragazza nata da un aristocratico e da una kisaeng (concubina coreana) vive una storia d’amore impossibile con un giovane aristocratico. Come in Romeo e Giulietta, le barriere sociali e morali della società dell’epoca trasformeranno l’amore in tragedia. La versione nord-coreana di questo racconto dalle molteplici letture, con la sua moralizzazione di scenografia e costumi, sottolinea le differenze di classe e le disuguaglianze che ne derivano.


3) Bellflower (Dorajikkot)
Regia : Jo Kyeong-sun
Durata : 1’25”
Corea del Nord: 1987

Questo film mette in scena una donna modello che sacrifica il suo amore per diventare un’eroina della dura vita quotidiana del paese. Il suo fidanzato, un giovane architetto ambizioso ma poco scrupoloso nei confronti dell’avvenire della provincia rurale da cui proviene, desidera partire per la capitale. La ragazza, anch’ella rivolta ad un futuro di successo come dirigente, cosciente della desertificazione della sua regione, si vede costretta a fare una scelta crudele.


4) A schoolgirl’s diary (Han nyeohaksaengeui ilgi) 2 Episodi.
Regia : JANG In-hak
Durata : 1’34” min
Corea del Nord : 2006



Il film ha partecipato nel 2007 al Festival di Cannes.
Su-ryeon, studentessa, deve far fronte ad un padre scienziato assorbito dalle sue ricerche e ad una madre interamente votata a suo marito. Dopo aver giurato di non ripetere gli <<errori>> dei genitori, Su-ryeon finirà per mostrarsi comprensiva nei loro confronti e sceglierà, anche lei, di consacrare la sua vita alla ricerca.


5) A State of Mind
Regia di Daniel Gordon
Durata: 1’33”
Regno Unito: 2003

Un film che per otto mesi ha seguito due giovani ginnaste e le loro famiglie durante la preparazione dei Mass Games (che hanno coinvolto un cast di centinaia di persone in una coreografia di spettacolare realismo socialista) Arirang il più grande ed elaborato spettacolo sulla Terra.

Intitolato “A State of Mind”, il film fornisce un breve sguardo su una società che è tra le meno conosciute al mondo. La Corea del Nord è chiusa dalle influenze esterne. Confina a nord con la Cina e la Russia e a sud possiede 4km d’impenetrabile confine con la Corea del Sud. Il Paese segue i propri ideali comunisti, una rigida filosofia conosciuta come la Juche Idea avvolta attorno all’adorazione della dinastia Kim (Kim Il Sung, nominato il Presidente Eterno che morì nel 1994 ma è rimasto il Capo di Stato, e suo figlio successore, Kim Jong Il, conosciuto come il Generale).

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Mostra “Pitture e Manifesti della Corea del Nord”
Il Paese Eremita
Arte di Oggi dalla Repubblica Popolare Democratica di Corea

Le opere esposte sono state tutte eseguite da artisti del Mansudae Art Studio di Pyongyang la Capitale della Repubblica Popolare e Democratica di Corea. Fondato il 17 Novembre 1959.
Ha realizzato quasi tutte le le piú importanti opere ufficiali dell nazione comprese quelle monumentali quali la statua in bronzo, alta 20 metri, di Kim Il-sung.
Il Mansudae Art Studio é suddiviso in tredici gruppi creativi, sette stabilimenti di produzione e oltre cinquanta reparti per l’approvvigionamento dei material. Il gruppo creativo piú importante é quello del Korean Painting, la tradizionale pittura a inchiostro su carta, che conta circa 150 artisti. Gli altri gruppi sono pittura ad olio, scultura, xilografia, poster, jewel painting.
La mostra intende mostrare una pate di questa produzione artistica.
La mostra é stata possibile realizzare grazie alla collaborazione del di Pier Luigi Cecioni e del Prof. Eugenio Cecioni.


Anteprima Mostra Fotografica
“Corea un Viaggio Impossibile ?”
Fotografie di Alessandro Barbiano di Belgiojoso

Il libro illustra la realtà della Corea contemporanea, ultimo residuo della divisione del mondo in due blocchi contrapposti. Le fotografie di Alessandro Belgiojoso, uniscono nella rappresentazione fotografica le due Coree, del Nord e del Sud, e tracciano il percorso di un viaggio oggi impossibile dissolvendo la linea di confine che sopravvive lungo il 38° parallelo. Da Nord a Sud della penisola, dalla visionaria e dilatata realtà architettonica di Pyongyang, ricostruita completamente dopo il 1952, si passa a quella di Seul dove gli antichi palazzi reali, che ricordano il periodo Choson, convivono con avveniristici grattacieli frutto del recente boom economico. Si attraversano le capitali degli antichi e splendenti regni di Koryo e Silla, i grandi cantieri navali del sud e le imponenti opere pubbliche di stampo socialista al nord. Lungo tutto il percorso ritroviamo gli stessi usi e costumi, gli stessi caratteri distintivi di un popolo, rimasti inalterati pur nel divario politico ed economico attuale.
La mostra è un anteprima all’esposizione che si realizzerà il prossimo anno a Marzo durante il Korea Film Fest, festival cinematografico dedicato alla produzione sudcoreana.

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